La storia del gangster Bugsy Siegel
Quando si parla di Las Vegas, l’immaginazione corre subito ai neon scintillanti, ai casinò affollati e all’incessante suono delle slot machine. Tuttavia, pochi conoscono la storia dell’uomo che ha dato il via a tutto questo: Bugsy Siegel.
Conosciuto anche come Benjamin “Bugsy” Siegel o Benny “Bugsy” Siegel, questo carismatico e controverso gangster è stato un personaggio chiave nella trasformazione di Las Vegas nella capitale mondiale del gioco d’azzardo. In questo articolo di Giochi del Titano, andremo a ripercorrere la storia di un nome che evoca immagini di glamour, violenza e l’anima oscura della città del peccato.
Bugsy Siegel: il Re del Deserto che inventò Las Vegas
Nato il 28 febbraio 1906 a Brooklyn, New York, Benjamin Siegel sviluppò presto una reputazione di giovane ribelle. Crescendo nelle dure strade di New York, Siegel si immerse nel mondo del crimine organizzato, lavorando inizialmente con la famosa gang di Bugs and Meyer Mob. Fu proprio durante questo periodo che guadagnò il soprannome di “Bugsy” per la sua imprevedibile e violenta personalità, anche se lui odiava essere chiamato così.
Insieme, questi uomini forgiarono un impero criminale che si estendeva ben oltre i confini di New York. Siegel era un uomo ambizioso, con una visione che andava ben oltre i classici racket del proibizionismo. Vedeva nelle luci scintillanti di Hollywood un’opportunità, e non tardò a infiltrarsi nell’industria cinematografica, diventando una figura influente e temuta. Ma era il deserto del Nevada che lo affascinava davvero.
Era conosciuto per il suo stile di vita lussuoso e per le sue amicizie con star del cinema come Jean Harlow e Clark Gable. Nonostante il suo fascino e il suo carisma, Siegel mantenne sempre un piede nel lato oscuro della legge.
Bugsy Siegel a Las Vegas: la nascita del mito
Il grande cambio di rotta nella vita di Bugsy Siegel arrivò alla fine degli anni ’40, quando rivolse la sua attenzione al deserto del Nevada. Fu qui che intravide un’opportunità senza precedenti: trasformare un piccolo e polveroso insediamento nel cuore del deserto in un paradiso del gioco d’azzardo. Con il supporto finanziario della mafia, Siegel iniziò la costruzione del Flamingo Hotel, il primo grande resort-casinò di Las Vegas. Il progetto fu ambizioso e costoso, e non mancarono i problemi durante la sua realizzazione, tra cui costi esorbitanti e ritardi nei lavori.
Il Flamingo era un azzardo, un progetto che superava di gran lunga i budget iniziali. Le tensioni crescevano, così come i sospetti dei suoi associati riguardo all’effettiva destinazione dei fondi. Si diceva che Siegel stesse dilapidando il denaro in progetti personali, in una vita fatta di eccessi e lussi sfrenati.
Nonostante le difficoltà, il Flamingo Hotel aprì le sue porte il 26 dicembre 1946. Sebbene l’inaugurazione non fosse il grande successo sperato, Bugsy Siegel non si diede per vinto. Continuò a investire nel progetto, perfezionando il Flamingo e trasformandolo in un punto di riferimento per gli amanti del gioco d’azzardo e delle celebrità. La sua visione di una Las Vegas scintillante, piena di lussi e tentazioni, iniziò a prendere forma.
La morte di Bugsy Siegel: la fine di un'era
La fine di Bugsy Siegel fu violenta e avvolta nel mistero. Il 20 giugno 1947, fu assassinato a colpi di pistola nella sua villa di Beverly Hills. Chi lo uccise? Le ipotesi furono molte, ma la verità, come spesso accade in questi casi, rimase sepolta.
Benjamin “Bugsy” Siegel fu un uomo complesso, un visionario e un criminale. La sua eredità è controversa, ma è innegabile il suo ruolo nella trasformazione di Las Vegas. La città del gioco d’azzardo che conosciamo oggi deve molto a quell’ambizioso gangster che sognò in grande e pagò con la vita.