I più usati e diffusi tipi di carte da gioco

I giochi di carte sono un passatempo non solo diffuso e amato in tutto il mondo, ma anche legato a doppio filo alla tradizione di moltissime culture. È infatti molto comune aprire il cassetto di un mobile presente nella nostra casa per trovarci vari mazzi di carte, che possono differenziarsi (anche di molto) tra le diverse nazioni o addirittura a livello regionale.

Se è vero che la quantità di giochi esistenti è praticamente sconfinata, allo stesso modo sono tantissimi i tipi di carte da gioco che possono essere utilizzati, molti dalle origini antichissime e non sempre chiare. Quelle più celebri sono probabilmente le carte francesi, ma come vedremo più avanti le variazioni a livello locale non mancano di certo, soprattutto in un paese come l’Italia che ha fatto delle carte da gioco un carattere distintivo.

I principali tipi di carte da gioco e i giochi più diffusi

Per fare una distinzione più ampia, i diversi tipi di carte da gioco vengono solitamente raggruppati in base al seme raffigurato sulle carte stesse e alla quantità di carte presenti nel mazzo. Per seme, in particolare, si intende il segno di riconoscimento iconografico che accomuna tutte le carte di una sequenza progressiva crescente.

Come dicevamo, i semi maggiormente riconosciuti a livello internazionale sono quelli delle carte francesi, tipicamente dalla doppia connotazione cromatica (due rossi e due neri). In totale i semi sono quattro, vale a dire i Cuori e i Quadri in rosso e i Fiori e le Picche in nero. Un mazzo di carte da gioco francesi si compone di 54 carte, con 13 carte per seme più 2 jolly: le 40 carte numerali vanno da 1 a 10, a cui si aggiungono tre figure per ciascun seme, ossia Re, Regina e Alfiere, identificati rispettivamente con K (King), Q (Queen) e J (Jack). I semi francesi si utilizzano di solito per giochi come il Poker (in tutte le sue declinazioni), il Burraco, la Canasta, la Scala 40 e il Blackjack.

Altre carte da gioco piuttosto conosciute sono quelle tedesche e austriache, che presentano due tipi diversi di mazzo: quello tradizionale teutonico, che ha per semi Ghiande, Campanelle, Cuori e Foglie, e quello che riprende i semi francesi cambiandone semplicemente i colori. Le carte svizzere, poi, si caratterizzano per Ghiande, Campanelle, Rose e Scudi, e assieme a quelle teutoniche sono maggiormente diffuse in alcune regioni del Nord Europa e dell’Italia settentrionale. Quelle giapponesi, invece, si riconoscono per la presenza di un quinto seme, identificato come Vortici.

Infine, bisogna considerare l’ampio mondo dei mazzi di carte con semi che traggono origine dalle carte mamelucche, che ad oggi sono impiegati nei paesi latini, ovvero Italia e Spagna. In entrambi i casi i nomi dei simboli sono gli stessi (Denari, Bastoni, Spade e Coppe), ma varia leggermente la loro rappresentazione, più stilizzata e meno barocca in terra spagnola. Differiscono dai mazzi transalpini sia per il numero complessivo di carte (40 anziché 52) sia per la composizione dei singoli semi, con 7 carte numerali e Re, Cavaliere e Donna (o Fante) come figure.

Carte da gioco italiane: le varianti regionali più famose

Da Nord a Sud Italia, lo Stivale vanta una notevole quantità di varianti regionali, che ad oggi arrivano addirittura a 17 tipi di carte da gioco diversi. Alcuni di questi usano semi italiani o spagnoli, altri quelli francesi o tedeschi. Generalmente, le tipologie italiche condividono l’assenza dei jolly e il numero di carte, pari a 40 (tranne che in quelle bresciane, in cui sono 52 unità).

I diversi tipi di carte da gioco italiane hanno con molta probabilità un’origine simile, che deve ricercarsi nei cosiddetti “naibi“, introdotti in Europa dagli Egiziani Mamelucchi e in seguito diffusi velocemente in tutta la penisola a partire dal Medioevo, con una floridissima produzione di carte da gioco da parte di stampatori e artigiani delle principali città italiane. Molti dei moderni mazzi regionali del nostro paese hanno diffusione locale, ma alcuni sono riusciti ad imporsi sul resto del territorio e a superare i propri confini geografici.

Esempio lampante in tal senso sono le iconiche carte da gioco napoletane, assai popolari in terra partenopea e in tutto il Meridione. Parliamo di un mazzo risalente al XVI secolo dallo stile evidentemente influenzato da quello spagnolo, e che si compone di 40 carte, 10 per ogni seme (quindi Bastoni, Coppe, Denari e Spade). Tra i giochi più gettonati da fare con le carte napoletane abbiamo la Briscola, la Scopa e il Sette e Mezzo.

Il mazzo napoletano deriva probabilmente da quello siciliano, anch’esso a semi spagnoli, così come le carte da gioco piacentine. È però la Lombardia a vantare la più ampia varietà di mazzi regionali, con una tradizione secolare legata in particolare alle corti nobiliari dei Nord Italia. Abbiamo quindi le carte milanesi, che tanto devono ai mazzi di origine franco belga, e alcuni mazzi a semi latini, come le carte bergamasche e le carte bresciane. Notevole anche la tradizione cartaria del Veneto, del Friuli, dell’Alto Adige e dell’Emilia-Romagna, fatta di carte trevigiane, carte trentine e romagnole, ma anche del cosiddetto mazzo Salzburger, l’unico in Italia a semi tedeschi. 

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